Zanica:
tesoro storico tra passato e presente
La storia
La storia di Zanica è stata ricostruita attraverso una pluralità di fonti, che conducono fino all’età del ferro. Si narra che i primi a occuparne il territorio furono i Galli Cenomani, seguiti dai Celti e successivamente dagli Etruschi. Questa ricostruzione storica trova una conferma nei diversi reperti archeologici ritrovati. In particolare, sono state rinvenute diverse tombe del periodo Gallo-Romano.
Nel 196 a.C. i Prata Vettianica passarono sotto il controllo del console romano Valerio. Durante questo periodo, gli abitanti conducevano una vita serena, divisi tra agricoltura e allevamento. Sono diverse le tracce della dominazione romana ancora presenti. Nella zona della Madonna dei Campi, al confine con Comun Nuovo, la disposizione dei campi e la direzione dei corsi d’acqua ricordano le centurie romane, ovvero la divisione delle terre in lotti quadrati. Inoltre, la strada Cremasca, collegamento ancora usato per raggiungere il capoluogo e i paesi della bassa bergamasca, risale all’epoca romana.
Il periodo di tranquillità e sviluppo fu interrotto dalle invasioni barbariche, seguite da pestilenze e carestie. In seguito, Zanica fu dominata da Ostrogoti e Longobardi. All’epoca degli Ottoni risalgono documenti in cui Zanica viene definita come comune appartenente alla corografia bergomense e in cui viene citata una volta con il nome di Veczanega (970) e due volte con il nome di Vecianica (991 e 1000).
Tra il XII e il XIII secolo Zanica viene soprattutto ricordata in relazione al fiume Serio. Venne, infatti, creato un nuovo canale, chiamato la “Seriola Nuova”, che consentiva il trasporto di acqua da Bergamo fino ai campi di Zanica, Levate e Verdello.
In territorio bergamasco la lotta tra guelfi e ghibellini si tradusse in uno scontro tra i Colleoni e i Suardi che coinvolse anche il territorio di Zanica, dove quaranta guelfi distrussero delle proprietà di Pietro Suardi. In quel periodo, inoltre, il comune di Bergamo possedeva alcuni poderi a Zanica che venivano affittati a una precisa cifra, versata il giorno di San Martino.
Quando Bergamo venne dichiarata territorio di Venezia nel 1428, Zanica era parte della quadra di mezza, la più popolosa e senza capoluogo. Il dominio di Venezia fu caratterizzato da un clima di tensione e lotte, soprattutto per il timore che i Visconti invadessero il territorio.
Con l’avvento dell’età moderna, nella bergamasca arrivarono i lanzichenecchi, che tentarono di arginare l’invasione francese, ma misero le città a ferro e fuoco.
A partire dal XVI secolo, francesi, austriaci e spagnoli si alternarono alla guida della provincia di Bergamo. Quando i veneziani si riappropriarono del territorio, seguì un lungo periodo di pace e di progresso, fatta eccezione per la peste del 1630. A Zanica, il sacerdote Cristoforo Capodiferro sacrificò la sua vita per occuparsi dei malati. Il dominio veneziano proseguì sino al 1797, quando venne proclamata la Repubblica Bergamasca, che ebbe vita breve.
A inizio del nuovo secolo, Lombardia e Veneto erano sotto il durissimo dominio austriaco, che, però, portò le scuole comunali in ogni paese della bergamasca.
Il 1859 è la data che segnò la liberazione dagli austriaci: le vie di Zanica videro il passaggio del maggiore Gabriele Camozzi. La raggiunta stabilità politica fu accompagnata dallo sviluppo industriale, che nel comune si palesò nell’istituzione della Cassa Rurale ed Artigiana di Zanica (1895).
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